Una cicatrice patologica può essere estremamente invalidante, sia dal punto di vista funzionale, limitando il paziente nella vita quotidiana, sia dal punto di vista estetico.

La cicatrice costituisce l'esito finale del processo di guarigione della cute. Tengo a precisare che qualsiasi intervento su una cicatrice porta con sé una certa imprevedibilità, legata alla qualità di cicatrizzazione che varia da soggetto a soggetto e che può modificarsi nl corso della vita (ad esempio nelle prime due decadi e in gravidanza è più frequente sviluppare cicatrici ipertrofiche). Quando una cicatrice è patologica e merita quindi di essere trattata? Ecco elencati i casi più frequenti:

  • Cicatrice ipertrofica o cheloidea
  • Area cicatriziale distrofica e retraente
  • Briglie cicatriziali
  • Cicatrice depressa
  • Cicatrice chirurgica non soddisfacente

 

Cicatrice ipertrofica o cheloidea

 

Ovvero un processo cicatriziale ipertrofico (solitamente rilevato ed eritematoso, di consistenza aumentata rispetto alla cute sana) che si manifesta entro i limiti della ferita (cicatrice ipertrofica) o eccede i limiti della ferita stessa (cheloide).

Il trattamento in questi casi è principalmente di due tipi:

  • Steroidi. Vengono iniettati all'interno della cicatrice ipertrofica o del cheloide, producendo un'atrofia. Generalmente sono necessari 5-7 trattamenti, a intervalli di 3 settimane, per ottenere un appiattimento e un miglioramento estetico sensibile.
  • Trattamento chirurgico. È un'opzione rischiosa in quanto non vi è garanzia che dopo l'asportazione del cheloide questo non si riformi. In giovane età è più frequente sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Con il passare degli anni la loro incidenza diminuisce e pertanto la loro asportazione chirurgica può essere considerata.

Parallelamente a questi trattamenti può essere affiancato un trattamento conservativo con presidi medicamentosi, generalmente a base di gel siliconici o lamine di silicone in grado di migliorare il processo di cicatrizzazione.

 

Area cicatriziale distrofica e ritraente

 

Si tratta di un'area interamente cicatriziale, generalmente l'esito di un grosso trauma o di un'ustione. Il suo trattamento va deciso caso per caso, dipedendo dalla sede anatomica, dall'estensione e della qualità della cute integra circostante.

Le possibilità ricostruttive si basano principalmente su alcune tecniche:

  • Recentaziome semplice e chiusura diretta o con lembi locali. Costituisce la soluzione più semplice. Questa opzione tuttavia è realizzabile quando la cicatrice o area cicatriziale abbia una dimensione ridotta che consenta la sua asportazione in blocco e chiusura diretta.
  • Ricostruzione con cute espansa Si tratta della soluzione che fornisce la qualità cutenea migliore. La cute impiegata per la ricostruzione è infatti cute autologa espansa, quindi analoga alla cute sana circostante, per spessore, texture e aspetto. Per approfondire di più consulta la sezione interamente dedicata all'espansione.
  • Sostituti dermici e cutanei. Sono costituiti da matrici di acido ialuronico o collagene (umano o animale) che vengono posizionati con un intervento chirurgico a livello dell'area da ricostruire. La matrice stimola la granulazione e viene popolata dalle cellule del paziente, rigenerando così uno strato di tessuto paragonabile a quello dermico (sostituti dermici) o alla cute (sostituti cutanei). In quest'ultimo caso è possibile innestare in un intervento successivo, ripristinando così uno strato cutaneo dotato di epidermide. La qualità della cute ricostruita in questo modo è tuttavia di qualità inferiore rispetto a quello che si può ottenere con l'espansione cutanea. Questa soluzione viene quindi adottata in caso di aree cicatriziali di grandi dimensioni ed estremamente distrofiche
  • Lembi fascio cutanei peduncolati o liberi. Si tratta di un procedura chirurgica che consente di ricostruire anche di ampie dimensioni "mobilizzando" una porzione di tessuto che includa fascia e cute (generalmente abbastanza sottili pertanto) con un proprio apporto vascolare. L'esito estetico tuttavia va attentamente considerato; tale procedura andrebbe valutata solamente per aree cicatriziali di media estensione ed estremamente distrofiche, laddove non sia possibile una ricostruzione con cute espansa. Si possono distinguere due tipi di lembi a vascolarizzazione nota:
  • Lembi peduncolati. Hanno un peduncolo vascolare vero e proprio, costituito da almeno un'arteria e una vena. Consentono di ricostruire aree di medie dimensioni in una regione anatomica attigua (limitatamente alla lunghezza del peduncolo).
  • Lembi liberi. Consentono la ricostruzione di ampie aree, anche a distanza dall'area di prelievo. I vasi del lembo vengono collegati (anastomizzati in gergo) ai vasi del distretto ricevente. Richiedono un intervento più lungo e necessitano dell'uso di un microscopio per collegare i vasi.

 

Briglie cicatriziali

 

Si tratta di vere e proprie briglie prodotte da una cicatrice solitamente ampia, più comunemente in esito di ustione. Tali briglie possono limitare il movimento di parti del corpo,come il collo e le braccia.

Il problema è di facile risoluzione chirurgica con una plastica a Z. Si tratta di una tecnica che consente di "allungare" e spezzare la cicatrice retraente (o briglia) tramite l'esecuzione di piccoli lembi locali triangolari, in numero di 2 (plastica a Z) o superiore (plastica a Z multipla). Risulta una cicatrice spezzata, estesa generalmente a tutta la lunghezza della briglia retrattile.

 

Cicatrice depressa

 

Si tratta di un'evenienza piuttosto frequente, spesso risultato di traumi, ematomi o di interventi chirurgici. Questo tipo di cicatrici si può giovare del lipofilling. Questa tecnica consente di prelevare il tessuto adiposo dal paziente stesso e attraverso un particolare procedimento impiantarlo con una semplice iniezione (come un normale filler) a livello della cicatrice. Questo procedimento non solo è in grado di eliminare una depressione della cicatrice ma è anche in grado di migliorarne la qualità e la texture. Per approfondire questo argomento, cliccare qui.

 

Cicatrice chirurgica non soddisfacente

 

Questo caso si verifica quando la guarigione di una ferita chirurgica non avviene in maniera adeguata, ad esempio per il sopraggiungere di un'infezione o più semplicemente per una sintesi di ferita inadeguata.

La revisione di ferita consiste nell'asportazione della precedente cicatrice e nella sintesi dei margini. Ne risulta una cicatrice lievemente più lunga. Le modalità, i rischi e i benefici vanno sempre discussi con lo specialista per trovare la soluzione ottimale per il singolo caso.