Mastoplastica additiva – quale protesi scegliere

La scelta della protesi nella mastoplastica additiva è un fattore estremamente importante per un  risultato soddisfacente. Spesso la scelta si concentra solamente sul volume, mentre è importante conoscere e considerare diversi fattori per trovare l’impianto più adatto alla singola paziente. Vediamo quindi quali sono le variabili, oltre alla dimensione, che vanno considerate nella scelta della protesi.

Gel al silicone

Le moderne protesi al silicone, la cosiddetta quinta generazione, ha introdotto novità importanti riguardo al contenuto di silicone. Il gel di silicone infatti possiede un’alta coesività che riduce la probabilità di fuoriuscita del gel in caso di rottura. Questo rende gli attuali impianti protesici notevolmente più sicuri.

La maggior parte degli impianti contiene un solo tipo di gel, tuttavia esistono modelli che contengono al loro interno due tipi di gel a differente densità (dual gel). Questi impianti infatti risultano più morbidi anteriormente e posteriormente, mentre sono più rigide anteriormente e inferiormente per conferire una maggiore proiezione mantenendo un aspetto e una consistenza naturali.

Texturizzazione

Gli impianti si possono dividere in due grandi categorie: quelli che possiedono una superficie liscia e quelli che hanno invece una superficie texturizzata. Cosa significa texturizzata? significa che sulla superficie della protesi sono presenti dei micropori, di grandezza variabile a seconda della marca della protesi (si parla di micro e macro-texturizzazione).

Dopo l’impianto, l’organismo forma normalmente una capsula infiammatoria attorno all’impianto. In alcuni casi tuttavia la capsula risulta così spessa e contratta da deformare la protesi al suo interno. Questa complicanza produce una deformità della mammella più o meno grave a seconda dell’entità del fenomeno e viene definita “contrattura capsulare”.

La texturizzazione ha l’obiettivo di ridurre l’incidenza della contrattura capsulare. La presenza dei micropori infatti contrasta l’organizzazione delle fibre collagene all’interno della capsula, indebolendola e riducendo l’incidenza di questa complicanza.

Un altro beneficio della texturizzazione consiste nella maggiore stabilità della protesi, dovuto al maggiore attrito con i tessuti circostanti. Questo riduce infatti la probabilità di rotazione o malposizionamento della protesi.

Gli svantaggi teorici invece consistono nella possibilità di formazione di rippling (ovvero formazione di “arricciamenti” della superficie della protesi) e nella maggiore produzione di siero (dovuta ad una maggiore infiammazione dei tessuti stimolata dalla texturizzazione).

Forma

Una variabile fondamentale è la forma dell’impianto. Si distinguono principalmente due grandi gruppi: protesi a forma rotonda e protesi a goccia o anatomiche. Le seconde sono dette anatomiche perchè presentano un polo superiore più sottile e uno inferiore più proiettato che rende la forma più simile a quella della ghiandola naturale.

La scelta di quale tipo usare dipende principalmente dal tipo di ghiandola e dalla forma del seno della paziente. Ad esempio, laddove vi sia poca ghiandola, è necessario impiegare una protesi anatomica, per dare un effetto più naturale. Qualora invece sia richiesto un solo aumento di volume in una mammella con un buon volume, la protesi rotonda costituisce una buona scelta.

La scelta è fondamentale per la buona riuscita dell’intervento e la soddisfazione della paziente. Gli elementi cardine su cui si basa la scelta sono il tipo di mammella di partenza e le preferenze della paziente. E’ fondamentale in ogni caso un approfondito colloquio e una visita specialistica per una scelta consapevole e appropriata.